Ulisse non è un eroe, Meno non è un serial killer e niente è come sembra.
L’unica certezza è che, una volta aperto “NIENTE DI MENO”, non tornerai più indietro.
Il primo thriller sulla malasanità è in cerca di un editore abbastanza audace per cogliere il momento sapendo che uno degli autori è un ghostwriter, che il tema scotta e che lo stile è forte.
80.000 parole sul caso, sul destino, sulla sorte visti con gli occhi di Ulisse, di Meno, di O. e di un colonnello medico della polizia di Stato.
Scheda del libro
- TITOLO: NIENTE DI MENO
- PAROLE: 80.000
- AUTORE: R. G. Amidani, F. Stefanini
- EDIZIONE: Inverno 2015-16
- GENERE: narrativa, thriller
- STILE: immediato, diretto, ironico
- CONTENUTO: una storia a più voci sul tema del caso e del destino visto dal coro dei personaggi che si alternano e incastrano in un crescendo di tensione
Chi può leggere “NIENTE DI MENO”:
- chi ama il genere thriller e cerca tensione e adrenalina;
- chi ama l’ironia ed è pronto a ridiscutere le proprie certezze;
- chi crede nel destino, chi nel caso e chi solo nel culo;
- chi crede che la malasanità non esista e sia solo una bufala orchestrata da un manipolo di pseudo-consulenti senza scrupoli;
- chi ha bisogno di leggere e legge di tutto, in continuazione;
- chi non legge mai, perché non riesce ad appassionarsi.
Il protagonista:
Ulisse ha scelto di dedicare la propria vita ad assistere le vittime degli errori sanitari. Da piccolo voleva fare l’eroe, da grande sa di non esserci riuscito e di non avere nemmeno la forza per fare l’anti-eroe. Con i capelli e il phisique du role di un personaggio Marvel, Ulisse Lupi Sinclair è un quarantacinquenne brillante, un po’ gigione e decisamente scanzonato che non può fare a meno di appassionarsi ai casi che sceglie di seguire.
Gli autori, R. G. Amidani e F. Stefanini:
Nessuno dei due è uno scrittore.
Entrambi scrivono: uno fuori dai riflettori e facendosi pagare per non comparire, l’altro di nascosto, senza mai farsi leggere.
Uno dei due è a capo di una società che insegue e intrappola i mostri di Ulisse, parla alle piante di limoni e sceglie chi salvare.
L’altro non esiste ma ha un nome, un secondo nome, un cognome, un figlio, due cani, una biblioteca, un giardino e due penne fantasma al fianco: Tagliente Secondo e Andrea Il Mino Minoni ai quali entrambi gli autori tributano l’onore della revisione delle bozze.
Pur avendo un blog tutto suo, nemmeno Ulisse esiste, ma le sue storie sì e arrivano da casi veri e da veri orrori.
Potrei anche pensare di leggerlo (anche se, a dire il vero, Ulisse mi è sempre stato un po’ effetto orticaria. Avesse mai riso una volta. L’eterno triste impegnato. Don Chisciotte della Mancia era un bel po’ più simpatico con le sue battaglie perse contro i mulini a vento. Ma è semplicemente predilezione verso una caratterizzazione piuttosto che un’altra).
Complimenti per essere uscita da sotto il lenzuolo. Penso che ti piacerà anche. E con le parole “giochi” bene. Quindi: in bocca al lupo
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Ciao Rob,
questo non assomiglia per niente a nessun altro Ulisse: è un gigione che sa di esserlo.
Quanto al lenzuolo, col freddo di ‘sti giorni, conviene averne uno felpato, con sopra un bel po’ di copertine opache e tessute come si deve ma grazie!
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Come diceva mio nonno: il freddo o ti uccide o ti fortifica. Non ha mai contemplato la via di mezzo: il raffreddore che, in genere, tiene svegli ed irrita.
In bocca al lupo
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