> Porca paletta, scrittore, ma tu ti leggi mai?
> Perché?
> Vuoi davvero saperlo?
> Perché, caro il mio scrittore col baschetto*, la differenza tra quando scrivi tu e quando lo fa il tuo staff è imbarazzante. Ma quello che davvero mi SCHIFA è la tua faccia di culo che dal pulpito si alza sulle punte e sputa sentenze.
Ora, io sfamo il mio branco scrivendo per altri, il che significa che non condanno te e quelli come te che si rivolgono a me e/o a quelle come me. Anzi. Sarei proprio scema. Oltre che un’ingrata del cazzo.
A tutti quanti serve una squadra, ma serve soprattutto a chi ha o vuole avere un’immagine pubblica.
La squadra serve anche perché scrivere da soli è una palla cosmica.
Quindi non è lo scopo, né il senso, che mi sta sul gozzo, ma la fattispecie di te e di tutti quelli come te (*che DFW chiama “scrittori col baschetto”).
È la vostra (plurale, per l’intero affinity-group) prosopopea del piffero.
È il fatto che siate un gregge di piccoli Torquemada che non vedono l’ora di criticare il prossimo e impalarlo (soprattutto “e impalarlo”) sulla pubblica piazza.
Se almeno vi divertiste, io dico, allora be’, liberi tutti.
Il fatto è che invece no, invece niente.
Io vi vedo: tristi, gobbi, incazzati col mondo. Pallidi (dentro), mosci (fuori). Conditi ma insipidi. Wanna-be spicy ma macrobiotici, vegani, amish, cattolici [parlo delle anime, mica solo degli stomaci].
Mai un sorriso (men che meno vero), mai un apprezzamento (di quelli gratis). Mai e dico mai una parola buona.
Sentenze invece a pacchi e ciuffi.
Scrivere, e ancora di più campare di scrittura, è un paradiso solo per chi sa di esserci entrato. Per gli altri è la solita merda.
Disclaimer:
Questo post risponde alla domanda “Perché ci sono così pochi scrittori che ti piacciono/frequenti?”.
Ecco, non mi metto al sicuro da questa giustissima critica, anche se non sono scrittore (ma un giorno un CV te lo mando – in 9 registri) e anche se sì, qualche domandina me la sono fatta su tutte le critiche che muovo a chi si fa il suo onesto lavoro.
Lasciamo perdere i docenti di PNL senza uno straccio di formazione psicologica: bersagli facili (e mi pare che anche tu quando segui un corso non ti risparmi).
Alla fine mi pare facile identificare tutte le mie critiche come un sintomo di insicurezza: se sminuisco gli altri non importa nemmeno ‘come’ li sminuisco, già il fatto di criticarli significa per me che sono nella posizione di giudicare – e questa elevazione è un comodissimo puntello per tenere in piedi la baracca quando traballa.
Adesso sono nella difficile posizione di avere sviluppato empatia per tutti quelli che si comportano da minchioni come faccio io e che si meriterebbero di ripassare le lezioni di silenzio e orecchie bassa, ma che non posso più condannare ferocemente senza finire triturato io stesso.
Ecco perché apprezzo certe tue sferzate: fanno quello che va fatto, ma che non sempre riesco a fare da solo 🙂
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Caro Taglio, sappi che per quanto mi sforzi di moderare le sferzate (immagina i corsivi, please, che sono in Wasca, dal cellu), a beneficio di me medesima prima che di chiunque altro, sono sempre troppe. Nella fattispecie ce l’avevo con un critico parte di una categoria che tendo a evitare tipo l’herpes genitale, nonché sfruttatore impenitente di una nidiata di penne in cerca di spazio.
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Dalla descrizione direi che non avrei potuto immaginare nessuna altra situazione – e non l’ho fatto 🙂
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