– “Mi dia dei numeri, mi parli dell’audience”.
L’audience: ne vogliamo davvero parlare? Davvero-davvero vogliamo mettere su questo tavolo riunioni un dato prima sputato fuori da una fra le più colossali banane accreditate del panorama media nazionale, poi gonfiato dagli analisti e poi decuplicato dai commerciali? Sicura?
Lo sa, lei, cara la mia DirettorA, di chi sia l’Auditel? No?
Ok, cito wikipedia:
“La proprietà della società è divisa in quote del 33% per le tre componenti fondamentali: televisione pubblica (RAI), emittenza privata (Mediaset, che detiene quota di controllo), aziende che investono in pubblicità (UPA) con agenzie e centrali media (AssoComunicazione, UNICOM); il restante 1% è di proprietà della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG). Sky non è presente.”
E, proprietà a parte, lo sa come funziona?
“La società AGB Italia, per conto di Auditel, ha installato nella casa di circa 5.200 famiglie italiane (corrispondenti a 14.000 individui) un piccolo apparecchio (meter) collegato ad ogni televisore dell’abitazione e alla linea telefonica, che registra su quale canale è sintonizzato il televisore.”
Quindi, in pratica, i dati che sforna il SUPERENTE non fanno altro che una banalerrima proporzione:
5.200 macchinette stanno a 100 come 60 milioni di Italiani stanno ad X.
X uguale audience. Ta dàààà!!! E il gioco è fatto.
Ma davvero ha creduto, lei, anche solo per un secondo che tre suoi connazionali su dieci fossero incollati a spettacoloni come il GRANDEFRATELLO o l’ISOLADEIFAMOSI?
Io, no. Neanche un pelo.
E quindi niente. Banane per banane, giuro, quelle che le dico io viaggiano a buonsenso.