FACCIAMO UN GIOCO?

 

Per un giorno, uno solo e solo per gioco, facciamo entrare un MASCHIO nel corpo di una FEMMINA.
Pronti?
Via.

Ciao Caro, vieni qui. Infilati un attimo nel mio tubino.
(dettaglio: è stretto, arriva al ginocchio e non è per niente elasticizzato)
Sali sui miei tacchi, apri la portiera della mia macchina
(e togliti quel sorrisetto inutile, che non sai cosa ti aspetta!)

prendi i tre sacchetti dell’esselunga, più l’acqua
(non venirmi a dire che c’è il pomodoro.it che ti porta tutto fin sulla porta, che se ordini pesce, prima che te lo consegnino fai in tempo a ricevere le sovvenzioni della Fao)
…la borsa del pc e il nano per mano, ah! lo zaino nel baule.
Da ora in poi, per le prossime 12 ore sarai MAMMA. Noooo, macché, non papà: ho scritto MAMMA EMME A EMME EMME A. E per di più mamma di un nano fantastico. E come tale dovrai comportarti.

Sali fino a casa e nel frattempo – rientrando un attimo in modalità manager – rispondi alla mail del commercialista che ti dice che no, quella voce là non è deducibile, e se chiama il capo digli che domani dalle otto  sarai in fiera. Sistema la spesa, carica la lavatrice e svuota l’asciugatore.

Metti via la roba stirata e fai la cena al nano. Mentre la cena si cuoce, gioca con lui. È un maschio. Ti toccano almeno 5 minuti di lotta, fino a che uno dei due (spesso entrambi, quasi sempre tu) non si farà male. Convincilo ad entrare in doccia, spiegagli che il sapone non morde e che non basta tenerlo in mano e guardarlo per diventare puliti. Asciugalo e spupazzalo un po’ prima di impigiamarlo (adora le coccole post-doccia!).

Non dimenticarti di chiamare suo padre (il padre del nano) e di controllare i compiti.
A questo punto andate a tavola. Prova (tanto è inutile) a chiedergli della sua giornata, poi raccontagli della tua e mentre lo distrai, fagli mangiare le carote.
Finita la cena, sparecchia, butta tutto nella lavapiatti e raccogli i draghi in giro per casa.
Sono le nove: raccontagli una storia e ipnotizzalo fino a che non si è addormentato (che sia cappuccetto rosso o la relazione sul bilancio trimestrale, l’importante è il tono).
Fai un bel bagno che così ti rilassi. Poi però pulisci la vasca che la signora non viene fino a giovedì. Asciugati e già che ci sei cambia gli accappatoi e mettili a lavare.
Vabbé la crema anche stasera niente.
Poi chiama le tue amiche e ascoltale mentre ti raccontano di Piero che le tradisce, di Paolo che non voleva impegnarsi con la Pina ma ha appena messo in cinta la Piera e di Mario che passa la sua vita su facebook ma non ha proprio tempo per vedere Maria.
Non pensare ai tuoi, di Pieri e Paoli, che è meglio, o ti passa anche la voglia di andare a dormire. Non pensare che QUELLI NORMALI non ci sono più, che o sono pronti a trasferirsi da te domani (ma ti han conosciuto ieri) o non hanno voglia di relazioni (che tu peraltro nemmeno ti sognavi) o ancora sono innamorati pazzi di te ma incidentalmente fidanzati con una che potrebbe essere tua madre. O forse anche (per come si veste) tua nonna. Ma tanto non ci stai pensando, vero?
Prepara la sacca della lavanderia e fai finta di leggere due righe prima di svenire.

Appena suona la sveglia salta giù dal letto, docciati e infilati nel tailleur preparato ieri sera (come ti sei dimenticato?! Pensavi di uscire in sottoveste, stamattina?).
Sottoponi il nano a una sessione di coccole mattutine e due turni di solletico, vestilo mentre ancora dorme, lavagli la faccia, e infilalo nelle stansmitt trascindandolo con promesse -che sai già che non potrai mantenere- fino in sala da pranzo.
Nel frattempo convinci il latte ad uscire dal frigo e a levitare fino al bollitore (al quale avrai gentilmente chiesto di spostarsi dalla credenza sul gas) e a raggiungere l’utopistica temperatura del latte perfetto: né troppo caldo né troppo freddo (evitando la fase dell’ancora un po’ adesso scotta).

E adesso? Continua a leggere. (Che ti fa bene)

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