Cambiare porta sempre altrove: in un luogo altro fisico, mentale, emotivo, cognitivo o spirituale.
Qualsiasi cambiamento avvia una evoluzione.
Eppure il nostro approccio ai concetti di cambiamento e di evoluzione spesso è molto differente: visto con timore il primo, sempre positivamente il secondo.
Siamo sicuri di essere sulla strada giusta?
Osserviamoci: spesso siamo restii a cambiare, ma desideriamo fortemente che le situazioni evolvano.
Ci lamentiamo continuamente per anni del nostro capo, ma non cambiamo lavoro (anzi: magari vorremmo un aumento).
Senza la minima comprensione del fatto che una evoluzione dipende esclusivamente da un cambiamento (attenzione: non sempre nostro).
Perché non sono radicati in noi sentimenti positivi verso il cambiamento?
L’entusiasmo per un nuovo lavoro è spesso accompagnato da una certa ansia da prestazione.
Allo stesso modo il progresso non ha forse bisogno di soste?
Non serve forse un po’ di stretching dopo una lunga corsa?
Affinché cambiamento ed evoluzione siano armonici e organici, contribuendo a uno sviluppo graduale e positivo della persona, il nostro approccio alla vita e al cambiamento dovrebbe essere più aperto e pro-attivo.
Solo una concreta abitudine al cambiamento diventa attitudine al cambiamento e permette di viverlo senza strappi, sviluppando una personalità resiliente.