“Meritocrazia, Gerontocrazia, Leccaculismo”

[Chi scrive è Michele, alias Fantasma4 e quello che riporto (integralmente, senza censura) è il testo comparso venerdì sul bresciaoggi.it].

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<< Cito testualmente:

–        Il termine “meritocrazia”, usato la prima volta da Michael Young nel suo libro “Rise of the Meritocracy” (1958), era destinato ad un uso dispregiativo e il suo libro era lo scenario di un futuro distopico in cui la posizione sociale di un individuo è determinata dal suo quoziente intellettivo e dallo sforzo (…); molti credono che un sistema meritocratico sia un buon sistema sociale (…) ma gli oppositori del concetto di meritocrazia sostengono che caratteristiche come intelligenza e sforzo non sono misurabili con accuratezza, perciò, dal loro punto di vista, qualsiasi attuazione della meritocrazia comporta necessariamente un alto grado di arbitrarietà ed è, di conseguenza, imperfetta.

–        Maschio, bianco e con i capelli d’argento. E’ questo l’identikit della maggioranza dei presidenti di organizzazioni non profit britanniche (e non solo). Ma Oltremanica qualcosa sta cambiando, e si potrebbe riassumere con un vecchio slogan: largo ai giovani. Lo riferisce un articolo del Guardian, secondo il quale alcune charities stanno cercando di rompere gli schemi e assumere giovani dirigenti venti-trentenni, riconoscendo che possono portare nuove idee per l’organizzazione, spirito imprenditoriale e l’energia che forse ai dirigenti più anziani ed esperti potrebbe mancare. (…) Bisognerebbe imparare a pensare a ciò che una persona può portare a un’organizzazione, indipendentemente dall’esperienza. (Tratto da un articolo pubblicato nel 2012)

–        Il ‘Leccaculismo’ è una filosofia di vita. Il Leccaculo è una persona viscida, che si comporta in modo servizievole per ottenere aiuti  particolari da parte di qualcuno.

È caratterizzato dalla smania di arrivare in cima e ottiene gratificazione dalla visibilità che ha, o crede di avere. Pronto a dare ragione a chiunque potrebbe tornargli utile, pronto a colpire un possibile rivale (liberamente tratto dal blog “Politically Incorrect magazine del libero pensiero”)

Attenzione: i ruoli “rivale/alleato” non sono fissi e ben delineati, potreste ritrovarvi nell’uno e, poco dopo, nell’altro.

L’Italia è un paese lento, a corto di “energia umana”. Un paese non al passo dei tempi, guidato da chi interpreta quest’epoca con sguardo miope, non focalizzato sulle prospettive future. Non parlo della tanto vituperata classe politica: essa è uno specchio, una conseguenza della nostra società.

L’Italia: Non è un paese per giovani (se non alcuni).

L’Italia: Non è un paese per vecchi (se non alcuni).

Arranchiamo in quanto il nostro sistema si poggia su di un modello obsoleto, caratterizzato fortemente dalla gerontocrazia e dal clientelismo/leccaculismo.

Dirigenti anziani, o giù di lì, di stampo non riformista, reiterano un sistema basato sul delicato rapporto tra il grado di influenza di uno o più individui e le persone che, come satelliti, gravitano attorno ad esse in un reciproco scambio di favori non indirizzati al bene dell’ente, dell’azienda, della società. E’ così che il normale, e sano, giro di conoscenze vira spesso verso un malcostume difficile da sradicare, che può sfociare nella corruzione. Inoltre, l’ incapacità di vedere o accettare i cambiamenti socio/culturali in atto (pur se in buona fede), da  luogo allo sviluppo di progetti e soluzioni non funzionali, o  dai costi spropositati. Una valutazione obiettiva del capitale umano è quasi totalmente assente, talvolta per scelta, talvolta per la crescente incompetenza nel giudicare le qualità di in individuo: conoscenze, capacità, pensiero critico (necessario al Problem Finding, Problem Solving, Problem Shaping), intelligenza emotiva ed intelligenza sociale. Questo, alla lunga, si ripercuote negativamente sulla carriera e sulla retribuzione della “vittima”, causandogli insoddisfazione, mancanza di entusiasmo, distacco tra il “proprio bene” ed il “bene dell’azienda”. La continua “fuga di cervelli”, pur causata da altri importanti fattori, è pertanto fisiologica. Personalmente ritengo questo termine, fuga, denigratorio, visto che la ricerca di una nuova esperienza lavorativa non è una fuga dalle proprie responsabilità, bensì la ricerca di un luogo in cui sviluppare al meglio le proprie capacità; l’ottenimento di una maggiore gratificazione personale non si scontra con il bene della società, al contrario di pratiche quali Clientelismo, Familismo, Leccaculismo.

La meritocrazia non sarà perfetta, ma la ritengo funzionale e necessaria alla salvezza del nostro futuro. Per quanto possiate, smettete quindi di lamentarvi e fate sentire la vostra voce contro le più diffuse pratiche antisociali: sarà un bene per voi, sarà un bene per il nostro paese.

PS: mi è stato fatto notare che il termine “leccaculismo” potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno, pertanto mi scuso e autorizzo a sostituirlo col buonista “leccapiedismo”.>>

http://www.bresciaoggi.it/stories/lettere/602597_se_litalia_si_affida_al_leccapiedismo/

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