<<Sono un Avvocato.
Sono quello da cui vieni quando sei nei guai, quando sei arrabbiato, quando hai un problema e non sai dove sbattere la testa.
Sono quello che ti apre la porta di studio quando non ne puoi più del tuo matrimonio, quando lui/lei ti ha lasciato, quando ti pignorano casa, quando non paghi i tuoi debiti e quando i tuoi debitori non pagano te.
Sono quello che viene svegliato alle tre del mattino perché ti sei fatto fermare in stato di ebbrezza, che salta la comunione del nipotino perché ti hanno fissato l’interrogatorio il sabato mattina, che non vede il saggio di danza della figlia perché la tua udienza finisce alle dieci di sera.Sono quello che sta dalla tua parte quando gli altri ti vorrebbero linciare, che ascolta le tue cazzate quando nemmeno tua madre ne vuole più sapere di te.
Sono quello che per fare il suo lavoro ha studiato tanti anni, poi ha fatto una pratica faticosa e spesso gratuita, e dopo di nuovo l’esame, la gavetta, l’incertezza, la paura, la responsabilità e l’aggiornamento continuo.
Sono quello che per andare a lavoro ogni giorno paga: l’affitto, le bollette, la macchina, la segretaria, la carta, le marche da bollo, il caffè per stare svegli a studiare.Sono quello che ti fa uscire da studio anche se non hai versato quanto dovuto, mentre nemmeno al discount ti fanno portare via un litro di latte senza averlo pagato.
Sono quello che quando gli sparano alle spalle in un tribunale, in una mattina di inizio primavera, lo pensano solo gli altri Avvocati, perché sono tutti preoccupati del magistrato e delle misure di sicurezza.
Sono un Avvocato, forse lo sono sempre stato, anche prima di cominciare a esercitare, e sicuramente lo sarò tutta la vita, anche quando non metterò più piede in tribunale.
Sono un Avvocato, e prima di usare questa parola senza sapere quanta sostanza c’è dentro, quanta fatica e passione c’è dietro, ecco prima di usare questa parola devi pensare.Poi magari taci che è meglio.>>
L’autrice si chiama Sara Fusi. Io ho letto le sue parole sulla bacheca Facebook di un’amica e a un paio di giorni dal triplice omicidio nel palazzo di giustizia di Milano, ho deciso di ripubblicarlo. Senza commenti, nudo e crudo.
Potevi fare il filosofo. Anche loro non sono fortemente simpatici alle loro madri.
L’esattore delle tasse. Quelli non sono simpatici a nessuno dei parenti, prossimi o sventurati venturi.
Anche alle poste non funziona meglio perché sei sempre in coda per niente.
O l’insegnante. Le madri pensano sempre che tu sia sbagliato/a ma che i propri figli siano perfetti. Anche quando distruggono le vetrate con le bombole anti incendio.
Quando ci si relaziona con altri sei sempre giusto per un verso e sbagliato per un altro.
Si potrebbe fare l’eremita.
Te la suoni e te la canti da solo. Senza confronti.
Ora racconto un becero aneddoto. Due madri fuori da scuola che non fanno uscire le loro figlie da casa altrimenti: mi ritorna incinta.
Ovvia la mia domanda. Ovvia per me. Parlate di educazione sessuale in casa? Tutte le versioni letterarie e cinematografiche di Dracula hanno visto meno paletti di frassino, acqua santa e crocifissi.
L’importante non è quello che fai, dal mio punto di vista. Ma quanto ci credi. Se ci credi il problema morale è risolto.
Se non ci credi: non ci credi e ti arrampichi sugli specchi. Ed in genere, se non hai delle buone ventose, finisci per rovinare al suolo.
Tutti i processi vengono discussi al bar. Parola di un avvocato con tanto di cappello (ed in genere i cappelli sono scomodi).
Charme. Astuzia. Persuasione. Sono le tre regole fondamentali.
Mi ripeto. Hitler disse (non è una mia versione caratteriale, ma l’intelligenza va riconosciuta anche nella brutalità): i popoli crederanno ad una grande bugia piuttosto che ad una piccola verità.
La storia lo dimostra. Mi repelle dirlo, ma fate una prova e vedrete che in effetti: aveva perfettamente ragione.
Ma le bugie devi saperle portare avanti e ricordartele.
A mio figlio, non sono un’educatrice da urlo, dico sempre: dì sempre la verità. E’ più facile da ricordare.
Avvocati: dite sempre il vero o ricordate le menzogne perché, se il mondo è tondo e gira: prima o poi tornano in faccia.
Roberta
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