LEGGETE, CRETINI.
State zitti, zitti e muti. Chiudete la bocca e i profili social, tappatevi dentro casa e leggete LACRIME DI SALE, la storia di Pietro Bartolo, medico a Lampedusa.
Leggetelo una volta e poi ricominciate. Quando avete finito, partite da capo.
Prendete i vostri figli, gli amici, gli amanti, i vicini di casa e gli ultras dello stadio e raccontate loro cosa avete letto. Fermate le persone per strada, in ufficio, in ascensore e dite cosa avete scoperto. Tornate a casa e rilegettelo di nuovo. Ad alta voce.
E poi riguardate uno qualsiasi dei post che avete condiviso ad minchiam per criticare l’appoggio a quei poveri diavoli che scappano dai martiri, dalle torture, dalla guerra, dalla prigionia, dal deserto, dalla violenza che sembra fiction ma fa più paura. E vergognatevi. No, non cancellatelo: tenetelo lì per ricordarvi di ogni volta in cui avete detto o condiviso un “Rimandiamoli a casa”, “Non facciamoli entrare”, di ogni mi piace per chi pubblica sul profilo Fb frasi di indignazione e ignoranza contro i profughi, di ogni like per chi celebra il razzismo e l’idiotismo, di ogni plauso per chi non sa (un cazzo) ma crede di aver capito tutto.
No, non sono arrabbiata. Forse sono una nazi-depressa, come mi ha apostrofato qualche sera fa un coglione mononeuronico che lavora in ospedale e fa – beffa delle beffe – il neurochirurgo, e forse nessuno mi leggerà perché dopo aver capito che le tette in mostra servono ad attirare l’attenzione, ma resto convinta che con una parola alla volta, un libro alla volta, un bambino, un maestro, si possa cambiare il mondo.
«Let us remember: one book, one pen, one child, and one teacher can change the world.»
Malala Yousafzai – premio Nobel per la pace 2014