So del convegno da due settimane. Mio figlio, dopo una giornata in piscina dai nonni è talmente stanco da non avere più voglia di accompagnarmi a un appuntamento per il quale fino a ieri scalpitava.
Per convincerlo gli dico solo:
«Non posso prometterti che ci divertiremo, non so nemmeno se ci saranno altri bambini, ma credo che sarà interessante e forse stasera scopriremo qualcosa che ancora non abbiamo letto da Kaku*. Magari sul mantello dell’invisibilità. O chissà, magari perfino sul teletrasporto.»
Entriamo e il nano prende posto in seconda fila ma subito brontola perché non ci vede. Davanti a lui si alza il direttore commerciale di banca Mediolanum e gli lascia il posto.
Orsini dà il via allo show e parla per due ore e mezza e non prende quasi mai fiato. Ci fa vedere evoluzioni da fantascienza, ci mostra auto ad aria, nanotecnologie chirurgiche, esoscheletri che fanno camminare gli infermi, pillole autodiagnostiche, cellulari che diventano ecografi e mille altre meraviglie da togliere il fiato. Ci parla di demografia mostrandoci in tempo reale le variazioni numeriche del pianeta e la sua crescente, impressionante, connettività e socialità. Parla di Zuckerberg e della nascita di Facebook, di Twitter, di Martin Cooper e della prima telefonata da un cellulare. Ci fa vedere quanto il mondo sia sempre più connesso e sociale e interattivo.
E in due ore e mezza non fa mezzo riferimento alla banca per la quale lavora e che ci ha invitato al convegno. Parla di progresso, cita l’importanza della diversificazione e smonta una sfilza di mezze verità.
In chiusura ci mostra una cosa di cui avevo soltanto letto in “Fisica dell’impossibile”, uno dei più sconvolgenti libri dell’ultimo anno, scritto da Michiu Kaku (fra i link, il sito del fisico) dal quale avevo appreso dell’avvenuto teletrasporto di un fotone da una parte all’altra del Danubio.
Mostrandoci un fischietto, di quelli di plastica, da bagnino, per intenderci, ci dice che un altro fischietto, uguale a quello che ha in mano, sta per arrivare da Vicenza fino a noi, a Brescia, nella sala del convegno. Indica un cubo metallico sistemato su un tavolo ai lati del palco e ripreso da una telecamera che lo proietta sullo schermo di fronte a noi. Ci dice di guardare attentamente e di attendere che il fischietto Vicentino si MATERIALIZZI nella scatola. Per chi sta seduto nelle file alle mie spalle è visibile solo dal maxischermo, ma per noi, nella prima e nella seconda fila, il macchinario è a portata d’occhio. Una cosa di plastica che prima non c’era si sta letteralmente creando dal nulla, millimetro dopo millimetro, solidificandosi davanti ai nostri sbigottitissimi occhi.
L’impossibile, quello che per me fino a pochi secondi prima era ancora classificato come un’impossibilità di secondo livello, sta diventando non solo possibile, ma già realtà.
Tornati al nido, il nano va a letto tardi, tardissimo. Il giorno dopo si alza e per prima cosa dice:
«Ma ti rendi conto, mamma, di quello che abbiamo visto ieri?»
Questa è la mia banca, penso io. Queste sono le persone, sono gli uomini che io ho scelto per custodire i miei soldi. Sono gli uomini che si alzano e cambiano posto per lasciare che un bambino di otto anni non si perda nemmeno un’immagine di quelle proiettate. E che mi invitano ai convegni ma non parlano di soldi, ma di progresso. Che non pressano i clienti, non li inseguono, non li tampinano, ma li coltivano, giorno dopo giorno.
Che non fanno cross selling ma diffondono cultura.
A me, a mio figlio, all’amica che ho potuto invitare, e a loro, che spendono più di chiunque altro sulla ricerca e sulla formazione.
Link:
Per sapere di più su Michiu Kaku, il fisico dell’impossibile: http://mkaku.org/
Per scoprire (e magari diffondere) le ultime novità del progresso: http://www.guardailtuofuturo.net/
volevo con tanto tanto tanto riconoscimento ringraziarti per questo tuo bellissimo racconto… Io sono un family banker di questa Banca “meno tattica” e i tuoi commenti sull’evento, a cui ero presente, mi hanno riempito di entusiasmo e soddisfazione !! Spesso si cerca di fare veramente il massimo per dare al proprio cliente un servizio di qualità ma soprattutto tanta attenzione.. La soddisfazione più grande è sicuramente vedere i propri clienti entusiasmati da queste serate ( soprattutto in un momento in cui il pessimismo dilaga in ogni luogo ) ed ovviamente vedere che ti affidano i loro risparmi e cioè i loro sogni/obiettivi da custodire e/o ,a volte, costruire. Ti assicuro che anche leggere pensieri profondi e sinceri come il tuo riguardanti l’attività che faccio e l’istituto che rappresento è cmq sempre un grandissimo onore e piacere.
Un sincero saluto ed ancora un grandissimo Grazie di cuore.
Gigi Colosio
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Grazie Gigi, sappi che quello che muove me e guida le mie scelte – non solo come consumatore, o come utente, ma anche come essere umano – è l’emozione, prima dei numeri (che pure contano). E che tale emozione arriva solo dalle persone, mai dalle aziende: è alle persone che io dico grazie. Alla loro capacità di ascoltarmi, cogliere i miei bisogni (anche prima di me) e fare del loro meglio per farmi stare bene. Il benessere di domani, poi, sono convinta passi attraverso la crescita culturale e la ricerca di oggi. Ecco perché quel convegno mi è piaciuto tanto…
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