Emotions drives sales: #theemotionsfactory

Tre mesi fa, quasi quattro, incontro un gruppo di manager illuminati che mi parlano di un’idea. Lavorano nel marketing*, segmento Trade.

In due parole: fanno isole.

Isole promozionali dedicati agli store, per usare un aggettivo tecnico e la stessa keyword che troviamo sul loro sito.

Isole emozionali, dico io, dopo aver esplorato parte del loro universo.

Perché quello che fanno è trovare nuovi modi per emozionare i clienti dei loro clienti immaginando luoghi capaci di richiamare la loro attenzione.
In pratica pensano e poi costruiscono ISOLE che prima non c’erano.

Il fatto che il prodotto finito sia un’isola ha un richiamo che mi fa pensare alla fantasia, all’evasione. Alle vacanze. A come io stessa mi definisco.

Le persone che incontro nel mio giro sono felici, sorridono, fanno battute. Il lavoro che fanno li diverte e si vede.

Io sono qui perché loro vogliono raccontare perché.

Camminiamo per una quarantina di minuti da una struttura all’altra, immersi nel silenzio della campagna modenese, poi torniamo in ufficio.

G. prende la parola.

– Stiamo lavorando su un concetto – mi dice, poi si ferma e mi chiede cosa ne pensi io delle scelte d’acquisto.

La domanda è: Secondo te da dove arrivano? Cosa ci porta a comprare qualcosa?

Penso alla teoria dei bisogni, primari, secondari, sociali, ambientali, ma rispondo:
– La pancia.

I miei interlocutori mi guardano, aspettano una spiegazione.

Come loro ho studiato la scienza del marketing, come loro e come chiunque altro* lavoro nel mercato, vivo di relazioni, studio i miei target e spremo le mie sinapsi perché i miei clienti siano felici e raggiungano i loro obiettivi.

Loro costruiscono #isole.
Io scrivo dal 2013. Da direttore marketing a scrittrice full time il passaggio può sembrare azzardato, ma il tema, il nucleo, è lo stesso ed è comunque marketing.
Il mio core business sono i libri e 52 in 5 anni non sono paglia.

Per seguire qualcosa che non sia un libro, devo innamorarmi del progetto e di chi ci sta dietro.

In cinque anni mi è successo poco: il totale sta in una mano.

Torno a casa prima che calino le nebbie sulla pianura padana e inizio a scrivere.

Oggi, a quasi quattro mesi da allora, sono orgogliosissima di presentarvi il sogno che questi signori hanno scelto di condividere con me.

theemotionsfactory.com è online.
E parla di emozioni.

Lo fa in modo leggero, senza zuppe, nessun sofismo, nessunissima pretesa pedagogizzante.

Tre articoli a settimana, qualche video, news dal trade, analisi dei consumatori, riflessioni sulla chimica cerebrale e dintorni.

Il tutto intorno a un concetto.

Emotions drive sales: le nostre scelte d’acquisto sono figlie di processi emozionali, influenzate dalla chimica cerebrale, guidate dal pathos.

Leggetelo, fatelo leggere ai vostri amici che come voi lavorano nel mercato, ai nonni che fanno la spesa, ai vostri bambini, alla mamma.

Cercatevi nei profili super ironici di #antroposhopping.
Stupitevi e confermate quanto già sapete del vostro cervello con la rubrica #EmotionsDrivers.
Datevi spazio per un altro sorriso con le storie di #Trade&Tales.

E poi mandatemi i vostri commenti.

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