Posto fisso, alea, invidia e libertà sulla tua strada di un freelance e di chi non capisce perché tu faccia il freelance.

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Se capisci cosa ti piace fare sul serio, scopri che sei capace di farlo e decidi di lavorare da solo, di avviare un’impresa, aprire una partita IVA, trovarti clienti, fare in modo che ti cerchino loro e che quando ti scelgono non se ne pentano, e poi ti paghino e te ne presentino altri, ci sarà sempre qualcuno che proverà a farti cambiare idea. Per quanto tu sia felice della strada intrapresa e del panorama che vedi, là fuori un sacco di gente cercherà di scoraggiarti, facendoti riflettere sul valore di un POSTO FISSO, sui pericoli dell’ALEA, sull’inconsistenza/inutilità del tuo lavoro.

Solo che… il posto fisso non esiste, non più, e non è fisso nemmeno quando fa finta di esserlo, l’alea fa parte dell’esistenza e se il tuo lavoro funziona (e tu fatturi) è perché funziona, ma chi ti dice che non hai capito, che dovresti lavorare alle poste, in banca, o tornare a fare il dirigente e non preoccuparti di altro se non sorridere all’amministratore delegato durante i meeting del lunedì mattina, non ha idea di come funzioni, davvero. Perché probabilmente a un meeting del lunedì mattina non si è mai seduto, per esempio… Parla giusto perché ha bocca, corde vocali e forse anche un surplus d’invidia da smaltire.

La differenza, tra te che hai fatto una scelta e chi ti dice che hai fatto quella sbagliata, è proprio la scelta. Quella che tu hai meditato, pesato, ponderato e poi FATTO. E che qualcun altro, che magari ti critica oggi e continuerà a farlo domani, non ha nemmeno preso in considerazione.

E tu, a differenza di lui, di loro, ogni giorno ti devi alzare e correre come una gazzella, oppure acquattare come un leone in attesa della sua preda, devi cercarti clienti o fare in modo che ti trovino (passando ore davanti allo schermo, su Twitter, Instagram, Facebook), devi prendere l’auto e andare ai convegni, partecipare ai congressi e scrivere e postare e rispondere al telefono dal lunedì alla domenica, a volte, ma hai la libertà, la meravigliosa, fantastica, intergalattica libertà di decidere perché, quanto, come, per chi e con chi. E se sei bravo, e continui a studiare, a impegnarti a migliorare la resa di ciò che fai, qualunque cosa sia, può addirittura capitarti (!) di insegnare ad altri quello che fai tu. E quindi, crescere!

Quello che proprio non puoi evitare, è di sentire qualcuno che parla male di te (o a te)*, come spiega Andrea Girardi, al secolo @Girandir, nel suo post di oggi:

“Non hai un lavoro serio. Non si capisce cosa cavolo fai tutto il giorno davanti a uno schermo e quelle poche volte che non sei, allora hai in mano un telefono., un… un coso, lo… lo smartphone!

E poi non fai altro che foto stupide, e dici un sacco di cretinate, perché lo sappiamo che scrivi cose strane e nessuno capisce bene come sia questa storia che alle volte vai in giro dai tuoi amici che si siedono tutti insieme e ti ascoltano mentre parli di … di…. ma poi cos’è quella roba di cui parli?

Perché alla tua età dovresti trovarti un lavoro vero. Guarda tuo cugino che ha quel posto alle poste… e se tu facessi come lui poi avresti i tuoi bei 15 giorni a ferragosto e magari fra qualche anno ti compri pure una panda 4×4 e sei a posto. “

Questo è più o meno quello che senti dalla generazione che ha avuto tutto, ma c’è anche di peggio sai? E sì perché poi c’è la concorrenza, quella che non ti perdona il successo.

” Tutta fuffa, sei tutta fuffa!”

Leggi il resto, qui:

Hai alzato lo standard.

*Ma puoi evitare di darci peso!

3 pensieri riguardo “Posto fisso, alea, invidia e libertà sulla tua strada di un freelance e di chi non capisce perché tu faccia il freelance.

  1. L’invidia è una brutta bestia Roberta, riassumibile in “ti odio perché sei felice”. Si inventano cattiverie per screditare gente che non ti ha fatto niente e le diffondi con costanza; uno spreco tale di energie che impiegate diversamente ti porterebbero ad essere oggetto di invidia. Ma di imbecilli ce ne sono sempre tanti in giro.

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    1. Già, Andrea, soprattutto quando ti rode il verde acceso e brillante e fico dell’erba del vicino e invece di innaffiare la tua, passi il tempo a sputare veleno sull’altra. Che dici? Sarà perché è più facile criticare il successo altrui, piuttosto che rimboccarsi le maniche e farsene uno proprio?

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      1. Credo che sia proprio una questione di stupidità: attaccando te gratuitamente e magari anche inventando pensano di avere un vantaggio su qualcosa o qualcuno. E intanto affondano. Una persona con un cervello non perde tempo a guardare l’erba del vicino.

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